Quale, tra villocentesi e test del DNA, può risultare più utile per valutare la presenza di patologie nel feto delle donne in gravidanza? Il dibattito in ambito medico, ma anche nella normale discussione in ambito pubblico, è aperto da sempre ed è contornato dalle continue evidenze ed ulteriori scoperte che vengono sviluppate nel corso degli anni.

Il punto di equilibrio tra queste due opzioni può essere ricercato e trovato in quella che è la strada “mediana” tra le due pratiche. Bisogna tuttavia cogliere l’occasione per sfatare un mito: la villocentesi e il test del DNA fetale sono due pratiche per natura e metodologia completamente diverse.

La specificità della villocentesi può risultare decisiva nell’identificazione di problemi collegati a patologie come la Sindrome di Down. Un sistema molto preciso per identificare, entro i primi 3 mesi di gravidanza, una patologia cromosomica che in molti casi può passare inosservata ad altri controlli in gravidanza.

 

L’affidabilità del test del DNA fetale e della villocentesi

Esistono pro e contro assolutamente bilaterali quando si parla di test del DNA fetale e villocentesi e sono considerati come temi che devono spingere la coppia e l’esperto che consiglia il sistema migliore ad una profonda riflessione relativamente a quale delle due può risultare più indicata come pratica per valutare lo stato di salute del feto.

La villocentesi è il prelievo di villi coriali, le strutture di natura embrionale che vanno a caratterizzare la formazione della placenta. Attraverso il prelievo di una quantità minima di questo tipo di sostanza, nell’ordine dei 10-15 mg, è possibile individuare un’elevata quantità di patologie di varia natura che possono andare a caratterizzare il feto.

Le diverse metodologie di applicazione per la villocentesi, per via transcervicale o per via addominale, garantiscono un elevato grado di sicurezza per la salute del feto e permettono di avere risultati sulla presenza di possibili patologie cromosomiche in tempo utile per poter scegliere quale strada seguire per lo sviluppo della gravidanza.

Per quel che riguarda il test del DNA fetale qualche obiezione può essere sollevata relativamente a quella che è l’efficacia in sé del controllo. Può verificarsi qualche raro caso di falso positivo che potrebbe incidere negativamente sulla gravidanza. Proprio per questo motivo il test del DNA fetale viene eseguito per completare la fase di vari test per valutare la salute del feto.

Un importante appunto va fatto, nel mettere in relazione questi due tipi di controllo che risultano essere comunque molto differenti tra loro, relativamente all’aspetto economico che ne fornisce ulteriore distinzione. Il test del DNA fetale è disponibile solo presso strutture private a prezzi piuttosto alti per diverse fasce sociali, mentre la villocentesi, per donne che hanno superato i 35 anni è gratis presso le strutture pubbliche.

Riconoscere o meno l’utilità o la pericolosità di un test indispensabile per valutare lo stato di salute del feto non può essere un tipo di compito che spetta unicamente alla coppia. È indispensabile il parere di un esperto preparato per consentire uno sviluppo tranquillo e felice lungo la gravidanza, fino al momento del parto.